Viviamo in un vortice? A Milano c’è un festival per capirlo
Partendo dalle crisi, passando dalla pandemia fino alla recente guerra alle porte dell’Europa, la nostra società sembra vivere in continua agitazione. La sua trasformazione incontrollata vede anche l’ingombrante protagonismo dei vecchi e nuovi media che stanno trasformando il nostro modo di relazionarci, ma anche il modo di lavorare, così come la politica. Per cercare di capire questo presente, a Milano torna il festival della rivista Iconografie, alla sua terza edizione e dal titolo illuminante: Vortice.
Sul palco del “mare culturale urbano” di via G. Gabetti, dal 15 al 17 settembre ci saranno vari incontri coordinati dalla redazione con molti invitati di spicco. Tra i temi che verranno trattati si colgono due fili conduttori: la trasformazione di ogni cosa in contenuti per i social e il continuo conflitto dentro e fra gli stati. Se ne parlerà, tra i molti, con giornalisti del IlPost come Eugenio Cau e Luca Misculin, Silvia Boccardi di Will, Alessandro Colombo e Serena Mazzini rispettivamente dell’Università di Milano e del NABA. Da fuori confine ci saranno Jake Hanrahan, fondatore dell’organizzazione giornalistica Popular Front, e il filosofo Anton Jäger. La serata di sabato vedrà come protagonisti una ricca presenza delle firme note della rete: Penny nota come Freegida, Federico Nejrotti, Davide Magnaghi, Pietro Minto, Virginia W. Ricci e Viola Valery. I protagonisti, coordinati da Viola Stefanello si incontreranno in una specie di show a metà strada tra gioco e la stand-up comedy, per capire quanto ne sanno veramente di rete e di meme, ovvero, quei contenuti che sono i nuovi tormentoni nei social network.
Forse per capire i tempi che stiamo vivendo occorre l’aiuto di esperti e lo sguardo curioso di osservatori indipendenti dei nuovi media. Sicuramente serve la nostra attenzione e un po’ di preparazione per cercare di comprendere il nostro ruolo nel movimento di questo vortice.
Foto: edizione 2022 / under.media