Stephen King: una storia di torri nere e pistoleri
La Torre Nera (o Torre Oscura) è una costante della narrativa Fantasy fin dalle sue origini. Già nei romanzi cortesi medievali e nel ciclo arturiano, la principessa di turno rapita dal cattivo veniva tenuta prigioniera in una torre, meglio se oscura, in attesa di essere salvata dall’eroico cavaliere, Lancillotto o Ruggero che fosse. Ma è con la nascita del Fantasy che si ha una moltiplicazione delle minacciose torri nere. In Tolkien le torri oscure abbondano e sono associate ai cattivissimi Morgoth prima, Sauron poi.
Stephen King, uno degli scrittori più prolifici della seconda metà del ‘900, pubblica, a partire dal 1982, un ciclo di 8 romanzi intitolato «La Torre Nera», o ciclo del Pistolero, opere che mescolano fantascienza, fantasy e western. La serie si ispira ai poemi «Childe Roland alla Torre Nera giunse» di Robert Browning e «La terra desolata» di Thomas Stearns Eliot, oltre che all’immancabile Tolkien e al film di Sergio Leone «Il buono, il brutto, il cattivo». In seguito è stata pubblicata una serie di fumetti della Marvel supervisionata da King. Nel 2017 è stato prodotto anche un adattamento cinematografico: «La torre nera», non particolarmente aderente ai romanzi.
Il personaggio principale, Roland, è l’ultimo membro vivente di un ordine di cavalieri conosciuti come pistoleri con riferimenti al ciclo di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Il mondo del pistolero mescola il vecchio West Americano, a una società di tipo feudale, la magia alla fantascienza, con delle porte che permettono in passaggio dal mondo del pistolero alla nostra realtà. L’obiettivo di Roland è raggiungere la Torre Nera, il punto di snodo dell’universo, ed è ostacolato in questo dal cattivo: un uomo vestito di nero. Lasciamo ai lettori il piacere di scoprire come va a finire, magari scoprendo che la realtà è circolare… In uno degli ultimi romanzi, King inserisce sé stesso come personaggio della storia, una scelta decisamente originale!