Peter Pan, il bambino che non voleva crescere
Peter pan era il bambino che non voleva crescere.
È un personaggio letterario creato dallo scrittore britannico J. M. Barrie (1870 – 1937) nel 1902. Comparve per la prima volta nel romanzo «L’uccellino bianco», ma era un neonato di pochi giorni. Fu poi ripreso come preadolescente nella pièce teatrale «Peter Pan. Il bambino che non voleva crescere», che poi venne riscritta e pubblicata come romanzo, e in altre opere.
Il tema delle storie di Peter Pan è il mito dell’eterna giovinezza, non ottenuta grazie a un qualche elisir miracoloso, ma per un atto di volontà, magari non del tutto consapevole: il rifiuto di diventare grandi. Il tema era già stato affrontato nei racconti di Alice (attraverso lo specchio) e Pinocchio, e sarà ripreso nel «Piccolo Principe». Non è un caso che i libri per l’infanzia trovino in realtà il loro fondamento nell’angoscia di crescere. Il Piccolo Principe muore ma poi scompare, a significare che è diventato grande; Peter afferma: «Morire sarà un’avventura meravigliosa!»
Barrie dovette crescere in fretta a causa della tragica morte del fratello maggiore. Più tardi dichiarò: «Il terrore della mia infanzia era la consapevolezza che sarebbe venuto un tempo in cui anche io avrei dovuto rinunciare ai giochi e non sapevo come avrei fatto».
Scrisse la storia ispirandosi alla famiglia Davies: ne aveva conosciuto i 5 bambini, di cui si occupò dopo la morte della madre.
L’autore lasciò in eredità i diritti del personaggio a un ospedale pediatrico londinese, il Great Ormond Street Hospital.
Il personaggio appare in numerose altre produzioni di varia natura (film, cartoni animati, fumetti), e nel relativo merchandising.
Peter Pan è il prototipo dell’infantilismo dell’adulto che nonostante sia cresciuto fisicamente, non vuole crescere, maturare. Da qui anche il nome della Sindrome di Peter Pan. È infatti impossibile restare bambini o tornare ad esserlo. Questo perché non è accettabile per la società, e perché l’infanzia è un mondo tutt’altro che innocente.