Massimo Recalcati torna al TAM per svelare gli intrecci dell’amore coniugale
Un vero maestro – quando insegna – mostra la teoria più equa e onesta; la giusta condotta; la via illuminata dalla ratio; la ricetta per evitare il deragliamento. Ma “errare humanum est”. Così, accanto ai comandamenti da perseguire, un saggio precettore rammenta come il vizio sia sempre dietro l’angolo. Andare fuori pista è cosa comunemente facile e, nonostante ce la si metta tutta, di fronte ai propositi più favorevoli, spesso ci si trova nella più fallimentare congiuntura. Una tra le tante, quella dell’amore.
L’apparato più complesso che muove la macchina umana è proprio quella “croce e delizia” che osiamo definire “amore”. Parlarne significa intraprendere il viaggio più avventuroso e rischioso in un solo tempo. Belle teorie che poi, spesso, non collimano con la messa in pratica. Ed è quindi un eterno tirocinio di fronte alla mancanza di regole inconfutabili.
L’amore è per definizione indefinito, eppure necessita di una definizione. Massimo Recalcati – il Marco Polo dell’amore – si fa avanti nell’ardua impresa di tracciarne un itinerario – il più naturale possibile – per restituircelo così com’è, deforme e intrecciato nelle mille sfaccettature. Giovedì 12 dicembre, al Teatro Arcimboldi di Milano, torna la sua voce straordinaria sopra una tematica interamente dedicata all’amore coniugale. Una trattazione che intende esplorare le sfide e le potenzialità che caratterizzano le più variegate scene del matrimonio. Un capitolo imprescindibile per vivere l’onda più alta di questo sentimento.
In amore non ci sono precetti, schemi, obblighi o divieti. Ma c’è il desiderio unanime di conoscere quel segreto imperscrutabile del sentimento che tutti rincorriamo. E Recalcati cerca un accesso per coglierlo, come fosse la più bella rosa. Colma di spine, ma troppo affascinante per non farsi soggiogare da essa.