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La musica è finita nel 1985: una chiacchierata con Italo Gnocchi

La musica è finita nel 1985: una chiacchierata con Italo Gnocchi
  • PubblicatoSettembre 18, 2023
Tempo di lettura: 2 minuti.

Entrare nello studio di Italo Gnocchi è come affacciarsi sulla storia della musica dagli anni 60 al 1985. Si incontra subito il suo sorriso bonario e l’entusiasmo nel raccontare questa grande avventura. Italo ha iniziato a collezionare dischi da bambino e questa piccola raccolta è diventata una grande passione che lo ha portato a diventare un produttore musicale e uno dei massimi esperti della musica di quel periodo, ed in particolare del suo “mito”: Lucio Battisti.

La sua competenza sulla musica e sulla vita del celebre artista italiano è largamente riconosciuta, tanto che a lui si rivolgono vari editori per curare le pubblicazioni su Battisti, come recentemente il cofanetto distribuito da TV Sorrisi e Canzoni, che ha venduto decine di migliaia di copie. Italo ci confessa di possedere anche molti inediti che però non può divulgare come da volontà degli eredi. Le foto appese nello studio raccontano un relazione vicina con molti protagonisti della musica e quindi della storia del paese, così come il ruolo dei giovani degli anni sessanta e la loro rivoluzione musicale.

«I nostri genitori – racconta – erano legati a cantanti come Claudio Villa, Luciano Tajoli e Nilla Pizzi. Se i Beatles fossero venuti nel ’66 in Italia, San Siro non non sarebbe bastato!».  Nell ‘85, secondo Gnocchi, la musica è “finita” a causa del declino della dance italiana e la fine delle vendite dischi, in particolare i 45 giri, il disco simbolo dei successi, poi è iniziata la moda delle compilation. Comprare una singola canzone ne determinava la fama ed era indice del gusto del momento, con le compilation, sia i successi che i flop, vengono venduti assieme. Su questo tema Italo Gnocchi ha pubblicato anche un libro che racconta le hit parade dal 1960 al 1985, che si aggiunge ai vari volumi dedicati alla musica, oltre che a Lucio Battisti.

Oggi Italo lo si può trovare nelle fiere dei dischi con la sua collezione e in caccia in rarità, come dice lui «ma sai in trent’anni di musica, dopo il ‘60, cosa hanno fatto gli artisti nel mondo? Non riuscirai nemmeno ad ascoltarlo tutto». Purtroppo il collezionismo è in calo e si sta perdendo la passione per il disco come oggetto. Oggi Italo può mostrarci la sua immensa collezione, con un grande valore documentale e affettivo, cosa resterà della musica dematerializzata dei nostri giorni? 

 

Foto: Italo Gnocchi nel suo studio / S. Ghilardi

1 Commento

  • Conosco Italo da piu’ di 10 anni,l’ho incontrato la prima volta a Molteno ad una manifestazione in ricordo di Lucio Battisti! Poi abbiamo avuto occasione di incontrarci piu’ volte! Ho avuto anche il piacere di entrare e visitare il suo studio!

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