Chiudere

“La casa degli sguardi”, il libro di Daniele Mencarelli

“La casa degli sguardi”, il libro di Daniele Mencarelli
  • PubblicatoGennaio 20, 2025
Tempo di lettura: 2 minuti.

Il poeta Daniele Mencarelli, classe 1974, ha esordito nella narrativa nel 2018 con il romanzo “La casa degli sguardi” – edito Oscar Mondadori – raccontando la sua esperienza all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Nel libro autobiografico l’autore si mette a nudo svelando la sua dipendenza dall’alcool, i suoi continui fallimenti, la solitudine e il suo rapporto delicato con la famiglia. È un poeta stimato ma da tempo non scrive più versi e si chiude sempre più in se stesso. In questo grande malessere incontra uno spiraglio a cui si aggrappa, giorno dopo giorno: grazie a un amico trova lavoro come addetto delle pulizie presso una cooperativa che opera per l’ospedale Bambino Gesù. La sua vita cambia lentamente e faticosamente. Estremamente sensibile, Mencarelli soffre nel toccare con mano la fragilità dei bambini ricoverati, soprattutto quando la malattia non dà loro alcuno scampo. Per annegare i suoi dispiacere trova rifugio momentaneo nell’alcool ma, terminato l’effetto inebriante, il dolore torna a bussare alla porta.

Grazie al suo lavoro, il protagonista trova la sua dimensione, si sente a casa, nonostante la sofferenza, assorbe gli sguardi dei piccoli degenti che gli entrano dentro per sempre.

Nell’alternanza tra sobrietà e ubriachezza la sua esistenza trova finalmente un senso. Un giorno nasce l’idea improvvisa di realizzare un libro di poesie e trova il coraggio di proporlo al Presidente dell’ospedale che decide di sostenerlo nel suo progetto. La poesia diventa la sua arma per sconfiggere le paure e il dolore. Segnerà la sua rinascita. I versi sgorgano come fiume in piena fino a dare luce alla raccolta “Bambino Gesù, Ospedale Pediatrico” (Tipografie Vaticane) dove Daniele racconta tutto il dolore di cui è stato impotente testimone.

Direttamente dal testo: «Tu non conosci calendario, né altro che essere bambino, malato aggrappato ai suoi disegni con cui librarsi dal dolore, Toctoc, Alfredo che un mattino hai bussato per entrare e dentro per sempre sei rimasto, continua a farmi casa del tuo sguardo, usami per restare vivo nel ricordo».

La casa degli sguardi di Daniele Mencarelli

Lascia una Risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *