Il bambino e l’aviatore: il Piccolo Principe compie 80 anni
Un aviatore precipita con il suo aereo nel deserto del Sahara, qui incontra un bambino che gli chiede di disegnargli una pecora.
Con questo improbabile incontro inizia uno dei romanzi brevi più significativi e poetici del ’900: «Il Piccolo Principe» di Antoine de Saint-Exupéry.
L’autore proveniva da una famiglia nobile del sud della Francia. Da ragazzo gli fecero provare a salire su un aereo. Ne rimase folgorato: diventò aviatore e lavorò per le poste francesi. Durante uno dei suoi tanti raid aerei precipitò nel deserto del Sahara e fu salvato dagli italiani.
Durante la seconda guerra mondiale entrò nell’aviazione della Francia libera, ma a causa dell’età fu assegnato al corpo di ricognizione, a bordo di un P 38 Lightning. Nel 1943 pubblicò «Il Piccolo Principe».
Il bambino, chiamato da subito Piccolo Principe, viene dall’asteroide B 612 dove abita lui solo con una rosa molto vanitosa di cui si prende cura. Prima di arrivare sulla Terra ha visitato molti asteroidi, incontrando ogni sorta di strani personaggi.
L’incontro più significativo è quello con la Volpe che gli chiede di addomesticarla, ovvero di stabilire un rapporto di amicizia con lei.
Il Piccolo Principe verrà morso da un serpente che «lo porterà lontano» e cadrà sulla sabbia. Morto? Il mattino dopo il suo corpo è scomparso: è tornato sul suo asteroide? O molto semplicemente è diventato grande?
Il 31 luglio 1944 Saint-Exupéry parte per una missione di ricognizione al largo di Marsiglia. Non torna: abbattuto dai tedeschi? Vittima di un incidente…?
Nel 2004 verranno ritrovati alcuni pezzi del suo aereo. Il suo corpo invece non sarà mai ritrovato. Come quello del Piccolo Principe.
A noi piace pensarlo sul suo asteroide a curare la sua rosa e ad addomesticare la volpe. E magari a ridere di quegli sciocchi uomini della Terra.
Perché come dice il Piccolo Principe: «I grandi non capiscono mai niente da soli, ed è faticoso, per i bambini, star sempre lì a dargli delle spiegazioni».