Festival della Comunicazione 2024. Oltre 10mila prenotazioni in un solo giorno
Martedì 27 agosto migliaia di persone – in perfetta sincronia – si sono collegate al sito dedicato a uno dei festival più amati d’Italia. A mezzogiorno, gli appassionati più lesti sono riusciti a riservarsi i posti per gli incontri tanto attesi del Festival della Comunicazione 2024, l’evento culturale che muove cittadini di ogni dove verso la città di Camogli. La cornice marinara – dal 2014 – è la patria originaria del festival e ogni anno ribattezza le sue caratteristiche ideali dal punto di vista logistico, naturalistico e meramente emozionale.
E’ infatti dalla “città dei mille bianchi velieri” che Umberto Eco – insieme con Rosangela Bonsignorio e Danco Singer – diede alla luce l’appuntamento che possiede tutti i colori della cultura. Per celebrare questo straordinario evento venne scelta Camogli, una fascinosa cartolina in cui già brillava una predisposizione “open-mind” particolarmente accentuata, nonché un desiderio collettivo di condivisione del sapere.
Ogni anno, si parte da questo concept fondamentale per scegliere la nuova programmazione. Perché a reggere il Festival della Comunicazione 2024 sarà – ancora e sempre – l’entusiasmo e la vivacità che si respirano attraverso la cultura, compresa e saggiata realmente perché possa inscriversi nelle nostre corde e compartecipata nel rispetto della diversità di pensiero.
Da giovedì 12 a domenica 15 settembre, piazze, vicoli e terrazze di Camogli ospiteranno oltre 100 incontri tra cui lectio magistralis, dialoghi e accoppiate inedite fatte da voci preziose del panorama culturale giornalistico, filosofico, storico, scientifico e divulgativo. Alessandro Barbero; Aldo Cazzullo; Piergiorgio Odifreddi; Stefano Massini; Paolo Crepet; Laura Fumagalli; Aldo Grasso e tanti altri nomi da menzionare per lo spessore e il valore che conferiscono alla nostra cultura che sempre più si affaccia oltreconfine.
Il tema dell’undicesima edizione – fil rouge di tutte le trattazioni che compongono il palinsesto – sarà la “Speranza”, sentimento declinato nel sentire più potente e concreto: lo slancio combattivo e propositivo che abbraccia la dimensione personale, relazionale e creativa. La speranza deve essere una fiamma perpetua, capace di rinvigorire la fiducia verso il futuro e l’apertura verso il possibile, verso ciò che non è ancora e che siamo chiamati a realizzare.
Nel cuore del Festival vi è la volontà di approfondire il concetto di speranza nel suo più ampio raggio d’azione. Perché è sempre il caso di rammentarlo. La speranza è un diritto ma anche un dovere, per noi e per l’umanità intera.