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Non è vero ma ci credo! È il “patto” tra scrittore e lettore fantasy

Non è vero ma ci credo! È il “patto” tra scrittore e lettore fantasy

Tempo di lettura: 2 minuti. Come abbiamo detto in un altro articolo, la letteratura fantastica è quella in cui accadono “cose impossibili”. Ma perché continuare a leggere cose che sappiamo

  • PubblicatoAprile 11, 2023
Tempo di lettura: 2 minuti.

Come abbiamo detto in un altro articolo, la letteratura fantastica è quella in cui accadono “cose impossibili”. Ma perché continuare a leggere cose che sappiamo benissimo non essere vere?
È una domanda legittima che molti detrattori di fantasy e fantascienza pongono e che richiede delle risposte adeguate.
Per un cultore di Fantasy è del tutto plausibile che Daenerys Targarien vada in giro volando a cavallo di un drago sputafuoco. Utilizza un meccanismo che Samuel Taylor Coleridge definisce “sospensione dell’incredulità”, che è un po’ come dire: «Non è vero ma ci credo!».

Coleridge (1772 -1834) è stato un poeta e critico letterario, autore della “Ballata del vecchio marinaio” e di “Xanadu”.
Il lettore decide consapevolmente di ignorare la ragione che gli dice che l’opera che sta leggendo è fantastica e la accetta per vera. In pratica scrittore e lettore stabiliscono un patto per il quale, finché dura la lettura, quello che è scritto nel libro è reale.
Così possiamo accettare che Harry Potter insegua un boccino d’oro a cavallo di una scopa volante e perfino fare il tifo per lui!
Finita la lettura tutto tornerà nei confini della realtà quotidiana.

Tolkien però va oltre: per lui la “sospensione dell’incredulità” non è sufficiente. Compito dello scrittore è quello di essere “sub-creatore di un Mondo Secondario”, nel quale il lettore deve entrare con convinzione. Lo scrittore deve creare un mondo, impegnarsi a costruire un universo approfondendone ogni suo aspetto: geografia, evoluzione, popoli, storia, lingue….
È la tecnica narrativa che deve portare il lettore ad accettare in modo forse non del tutto cosciente quella che Tolkien definisce “una condizione incantata”: la Credenza Secondaria.
Tolkien usa invenzioni linguistiche e geografiche per trascinare i suoi lettori nel suo mondo secondario. Egli chiama questo insieme di tecniche “sub-creazione”, tecniche volte a una immersione totale del lettore nel libro che sta leggendo.

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