I “Pensieri Fugaci” di Maria Teresa Chechile
Tempo di lettura: 2 minuti. L’incontro con l’infermiera e poetessa che ha saputo raccontare l’emergenza del Covid-19 L’esperienza della pandemia causata dal virus Covid-19 sta lasciando segni ovunque: negli affetti,
L’incontro con l’infermiera e poetessa che ha saputo raccontare l’emergenza del Covid-19
L’esperienza della pandemia causata dal virus Covid-19 sta lasciando segni ovunque: negli affetti, per la scomparsa dei cari, nei modi di vivere e di lavorare, per le numerose restrizioni. Resteranno i numeri delle statistiche, i titoli dei giornali e tutte le cose visibili di questi terribili mesi ma chi registrerà nella storia e nella memoria le emozioni? Quali voci canteranno i sentimenti vissuti? Nel passato, anche recente, questo è stato il ruolo dei poeti che, come Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo, hanno trasmesso nel futuro tutte le incertezze e i timori dei loro tempi con poesie che vanno oltre l’esperienza del singolo ma racchiudono tutto il sapore di un’epoca.
Abbiamo incontrato Maria Teresa Chechile pochi giorni dopo la presentazione del sua raccolta “Pensieri Fugaci” (Le Mezzelane Casa Editrice) al Salone del Libro di Torino, per capire come la poesia vivesse questi tempi. Di professione infermiera e pluripremiata poetessa, Maria Teresa Chechile ha vissuto totalmente questa emergenza e non ha potuto evitare di registrarne le emozioni in una fotografia e in una poesia. La prima, rappresenta un sole all’alba scattata vicino all’ospedale dove lavora, è diventata la copertina del suo libro; mentre la poesia “Mi ero persa”, scritta d’impulso andando al lavoro, è diventata il componimento simbolo di questi mesi. La poesia è stata premiata e trasformata, da molti enti e istituzioni, in un riconoscimento consegnato ai protagonisti dell’emergenza sanitaria. Il testo trasmette il dolore causato dalla malattia e la speranza per un nuovo inizio.
Recentemente la poetessa è stata raffigurata, con altri personaggi iconici della pandemia, su un grande murale realizzato a Pesaro dall’artista Cubo Liquido (al secolo Antonio Cammarano), ribadendo l’importanza del suo lavoro sia in ambito professionale che artistico. Numerosi i riconoscimenti ottenuti che coronano un percorso poetico iniziato molto tempo fa e che abbiamo approfondito in un’intervista a “Cafe De la Paix” su Radio Active 20068 e che potrete riascoltare anche in podcast.
Photo credit: Le Mezzelane Casa Editrice, copertina del libro